Pensioni, quali cambiamenti ci spettano (fra poco)

Sono in arrivo cambiamenti importanti nelle norme per avere diritto alle pensioni, è bene che tutti ne siano a conoscenza per sapere cosa aspettarsi.

Le normative cambiano spesso velocemente, soprattutto quelle che riguardano i requisiti che sono richiesti per poter avere diritto alle pensioni, momento che è considerato un grande traguardo per molti. Tanti infatti sono consapevoli di non riuscire più ad avere il rendimento di un tempo, indipendentemente dal lavoro che svogliono, per questo vorrebbero porre fine in tempi non eccessivamente lunghi alla propria carriera professionale.

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Le norme relative ai requisiti per le pensioni cambiano velocemente – Foto | Ascoli.cityrumors.it

Purtroppo però non sempre le casse dello Stato riescono a sostenere questo passo, per questo in più occasioni si è arrivati ad allungare l’età pensionabile senza tenere conto delle conseguenze di quello che questo provoca a ogni lavoratore. È infatti più che naturale voler godere del meritato riposo, dopo che si è trascorso gran parte della propria vita a fare sacrifici, per il proprio bene e quello della propria famiglia.

Pensioni: quali sono i requisiti per lasciare il lavoro

Lasciare il lavoro e rientrare tra i cittadini che percepiscono le pensioni è il sogno di molti, specialmente di chi ha iniziato a farlo quando era ancora giovanissimi e ci si sente ormai stanchi. Se possibile, sarebbe meglio farlo a un’età non troppo avanzata, così da poter essere ancora in discreta forma e trascorrere al meglio il tempo libero con i propri affetti più cari.

Si teme però spesso che il governo alla guida possa arrivare a modificare le norme in vigore, soprattutto se si rende conto che le casse dello Stato non siano del tutto in grado di sostenere la situazione. Il rischio è più che concreto, visto che ci sarebbero quattro milioni di nuovi pensionati nei prossimi cinque anni.

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Tanti si augurano di chiudere con il lavoro a un’età non troppo avanzata – Foto Ascoli.cityrumors.it

Salvo colpi di scena, però, la realtà non sembra essere delle migliori. Gli importi che si percepiranno saranno più bassi, mentre l’età in cui si raggiungerà il traguardo sembra essere destinata ad alzarsi sempre di più. Le norme attuali prevedono di poter andare in pensione quando si hanno almeno 67 anni e maturato 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia) o, in alternativa, se si hanno 71 anni e versato almeno cinque anni di contributi.

Esistono comunque delle eccezioni, anche se rientrano tra quelle che possono essere considerate pensioni anticipate, a condizione di essere in possesso di alcuni requisiti ben precisi. Al momento è ancora disponibile Opzione Donna, ovviamente per le lavoratrici, ottenibile al compimento dei 61 anni con un minimo di anzianità contributiva di 35 anni. È però anche necessario che assistano da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla legge 104 del 1992 o che siano state licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero.

Da non scartare anche l’Ape sociale, che si può ottenere in attesa di quella di vecchiaia, se si hanno 63 anni e cinque mesi. È indispensabile anche che sussistano alcune condizioni, ovvero essere invalidi almeno al 74%, essere disoccupati che hanno esaurito il trattamento Naspi, caregiver che assistono da almeno sei mesi o essere dipendenti che svolgono lavori gravosi.

Eventualmente si può prendere in cnsiderazione anche quella che viene definita “Quota 103“, anche se per ora non ci sono certezze su un suo rinnovo anche nel 2025. In questo caso è possibile uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi versati e 62 anni d’età, pur sapendo che il calcolo dell’assegno a cui si avrà diritto prenderà in considerazione il sistema contributivo (non può essere superiore a quattro volte il minimo indicato dall’Inps).

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